In quel momento spuntò, poco lontano dalla riva, una sagoma che sparì poco dopo tra gli alti arbusti rinsecchiti; Ginevra alzò il muso e immobile fissò il punto dove era apparsa, un movimento alle nostre spalle ci riscosse, e Ginevra iniziò a ululare, si alzò e, se non l’avessi trattenuta, sarebbe scappata. Manfredi intervenne per fermarla, lei tornò a sedersi e un lupo apparve superando agilmente un tronco riverso al suolo, era un bell’animale, dalle lunghe zampe marrone chiaro e il mantello grigio, e aveva un’espressione per nulla aggressiva. Rimase a fissarci annusando l’aria, infine si girò e sparì nuovamente.
“Ginevra ha uno spasimante” sussurrai a Manfredi.
“Ora capisco perché di notte si aggira in questi luoghi: ha un fidanzato” proferì Manfredi.
La nostra passeggiata si concluse con la scoperta di questo amore, e quando ci incamminammo verso il castello faticammo a impedire a Ginevra di correre dietro al bellimbusto dalle lunghe zampe, che riapparve e ci seguì mantenendo sempre una certa distanza di sicurezza.
