Care amiche e cari amici dopo la lunga sosta estiva sono tornata e vi propongo alcune righe del libro d’amore in giallo che sto scrivendo:
“Dino li ignorò, continuò la sua corsa forsennata, miracolosamente giunse nel cortile della casa e pilotò con destrezza infilando il poderoso camion sotto a un gruppo di alberi; finalmente nascosto alla vista, emise un profondo sospiro e osservò l’altro al suo fianco, che era immobile e guardava diritto davanti a se; Gisa pareva ammutolito, forse era morto per lo spavento, fu il pensiero di Dino; la verità era che Gisa, per la prima volta nella sua vita, si sentiva sconvolto per ciò che era accaduto e nello stesso tempo provava un’euforia incredibile per essere riuscito a sopravvivere.
“Ohi, Sei morto?” chiese Dino, poi lo scosse e aggiunse: “Guarda che non siamo ancora fuori pericolo, appena cesserà il bombardamento, il tuo amico verrà a cercarci e dovremo già essere lontani. Scusa Gisa se te lo dico, ma io spero che siano morti tutti”
Gisa scese senza ribattere e si guardò attorno, gli era parso di vedere qualcuno a una finestra.
In quel momento si aprì la porta e un uomo uscì, seguito da due ragazzi dall’aspetto prestante, e tutti e tre impugnavano fucili da caccia.
“Che cosa volete?” chiese l’uomo, che pareva un contadino, con tono aspro.
Dino li guardò e avanzò mostrando le mani cercando di parere innocuo, infine disse: “Siamo scappati dalla strada, ci stavano bombardando!”
