Il libro che conserva intatto il ricordo di un amore perduto e forse ritrovato:
“Si avviò verso il rifugio, che era costruito più in alto rispetto alla pista, faticosamente arrancò per la pendice nevosa aiutandosi con le racchette, giunta sulla sommità lasciò gli sci e le racchette in una rastrelliera gremita ed entrò nel locale: un classico rifugio di montagna rimasto inalterato dagli anni cinquanta, tutto legno, animali impagliati e tovaglie decorate con disegni tirolesi.
Giulia scorse alcuni sciatori alzarsi da un tavolo, vi si diresse decisa, si sedette e si sentì al sicuro in mezzo a tutte quelle persone vocianti e alle cameriere indaffarate, contenta che nessuno si curasse di lei, così poteva fermarsi un attimo, al caldo, a riflettere. Si sedette vicino alla finestra sbirciando all’esterno e sperò che lui apparisse”
