La musica ritmata ci avvolse, “lui” mi guardò e da quel momento e per tutto il ballo non riuscii a staccare gli occhi dal suo sguardo vellutato.
Che cosa mi stava succedendo? E dove erano finite le parole e la battuta sempre pronta con cui mi difendevo? Non mi ero mai sentita così. Mi pareva di essere nuda davanti a lui: una donna senza pelle e senza alcuna difesa.
Capì la mia debolezza e con noncuranza mi invitò a tornare a sedere, mi accompagnò alla poltrona, mi sfiorò la guancia con un lieve bacio, mi sorrise e se ne andò.
Io non sapevo che fare, avevo il cuore in tumulto e, anche se ogni mia piccola particella bramava corrergli dietro, prendere la sua mano e seguirlo ovunque volesse andare, restai seduta e aspettai le mie amiche.
