La luna ci illuminava la via e noi procedemmo spediti; da uno squarcio tra gli alberi vidi più in basso i tetti di Plan, non sapevo dove mi stesse portando, ma andava bene così.
La via che Manfredi aveva scelto era poco distinguibile, e io temetti ci fossimo persi; continuammo ad avanzare e raggiungemmo uno sperone roccioso, un punto pericoloso, molto esposto. “Lui” mi aiutò con dolce attenzione, superammo la parete rocciosa e aumentammo l’andatura; il sentiero ritornò a essere ben percorribile e si biforcò, prendemmo una stradina a destra continuando a salire in silenzio.
Quando in uno slargo apparve una sagoma scura capii di essere giunta a destinazione.
“Siamo arrivati?” gli mormorai.
“Sì, è l’unico luogo che conosco non facile da raggiungere!”
