Nelle prime ore di quel pomeriggio estivo non sapeva che fare: il caldo, il sole allo zenit non l’aiutavano certo a inventarsi un programma piacevole, non rimaneva altro che gironzolare per i corridoi solitari di quel luogo antico, in cui non accadeva mai nulla di interessante. Come sempre a quell’ora dormivano i domestici, il padrone di casa, i parenti, gli amici e i due cani da guardia, si udivano solo i cori delle cicale; decise di salire in soffitta, da lassù la vista era splendida, si tolse le scarpe, non voleva produrre alcun rumore e a piedi nudi affrontò la prima rampa. Il piede aderiva alla vecchia pietra e la sua superficie fresca provocava una piacevole sensazione di ristoro; stava per affrontare la seconda rampa quando un mormorio che proveniva dallo studiolo del padrone di casa attrasse la sua attenzione. La porta era solo accostata e si avvicinò: lui era seduto alla scrivania, era solo e stava osservando qualche cosa.
