Manfredi capì il mio disagio e intavolò un discorso frivolo sui giardini e la disposizione delle piante ornamentali lungo il viale d’accesso alla villa. A loro piacque quell’argomento e tutti e tre intervennero con le più disparate opinioni, ma era la madre di Carlo a chiudere il discorso, e sempre il suo parere era accettato dagli altri come corretta soluzione, e mi fu ben chiaro chi tenesse lo scettro del comando in quella famiglia.
Mentre sbocconcellavamo deliziosi pasticcini e sorbivamo il nostro tè, io la osservai, e ne notai più volte un’espressione risoluta, che appena si presentava spariva subito dopo per lasciare posto a un leggero sorriso lievemente ammiccante.
Mi parve ovvio che fosse lei a dirigere la famiglia, la servitù, la casa e non mi sarei meravigliata nello scoprire che la sua influenza si espandesse sino a giungere agli ambienti di lavoro del figlio e del marito.
