Giovedì verso sera: passeggiata al parco con l’immancabile taccuino, una penna e un mare di idee da organizzare.
Maya mi trotterella a fianco e io mi sento tranquilla, e come potrei non esserlo con una guardia del corpo di trenta chili, con la poderosa testa nera come la notte, gli occhi scuri e luminosi, due lunghi canini.
Lei prende uno stradello tra i cespugli e io la seguo, poi ritorna sul sentiero principale e raggiunge una panchina dove mi siedo.
Lei mi guarda: “Brava Maya”
Scodinzola e si sistema a terra.
Io, con la poca luce rimasta, scrivo qualche appunto; c’è un passaggio del libro che mi ha bloccata, ma in quel luogo, con il mio grande cane, mi pare che i nodi vengano al pettine e tutto si sistemi.
Il buio mi coglie all’ultima parola, mi alzo e ce ne andiamo.
Domani è un altro giorno!
