” … Nel rumore diffuso del sottobosco, dal pigolio degli uccellini al picchiettare del picchio, allo sguazzare delle rane nelle pozzanghere e ad altri suoni un po’ meno rassicuranti, il sigillo scomparve emettendo un lieve ronzio. I raggi del sole di metà mattina, entrando nella cavità del tronco, illuminarono a terra una bassorilievo che prima non c’era.
Nuovamente Dako pose la zampa all’interno del bassorilievo che aveva anch’esso la stessa forma della sua impronta, ma nulla si mosse. Passarono alcuni minuti di grande tensione, poi con un sordo cigolio il pesante portello si sollevò e mostrò i primi ripidi gradoni di una scala in pietra che si perdeva nel buio …”