La grotta di ghiaccio

” … Uscii con il cappuccio ben calato sul viso, diedi una rapida occhiata, nessuno ci stava osservando, così feci loro cenno di uscire.
Le loro tuniche di color ghiaccio, sporco di chiazze grigiastre si notavano poco, perdendosi nel gioco d’ombre e luci che s’intercalavano nell’ambiente.
La parte più difficile iniziava ora: saremmo dovuti passare davanti all’ascensore dove avevo notato nel mio precedente passaggio parecchio movimento. Dovevamo raggiungere in fretta il guardaroba dove i feles si cambiavano e dove contavo di trovare i mantelli per i due Mures.
Nella grotta ferveva ancora molto movimento, e temevo che sarebbe stato difficile passare inosservati, ma la fortuna era dalla nostra parte, perché davanti all’ascensore non c’era nessuno.
Esortai i due ratti a camminare a carponi, e loro mi guardarono quasi disperati, stremati per il freddo, ma non dissero nemmeno una parola ed obbedirono.
Avanzammo verso lo spogliatoio, riuscimmo a raggiungerlo, e, dopo aver verificato che all’interno non ci fosse nessuno, incitai i ratti ad entrare; si alzarono solo nell’attimo in cui sfiorarono la soglia e con un balzo furono dentro.
Una fila di mantelli era appesa e stava aspettando il ritorno dei padroni; Orondex ne trovò facilmente uno della sua taglia, mentre per la femmina, di corporatura minuta, la ricerca fu più difficoltosa.
Così camuffati con i mantelli dei feles potevamo restare ancora nello spogliatoio, per il tempo che serviva per farmi raccontare la loro storia …”

 

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