Il pazzo mulo

“Mia Signora la cavalcatura aspetta” mi sollecitò il mulattiere.

“Sto arrivando” risposi cercando con lo sguardo un mulo libero e mi accorsi che mi avevano lasciato un animale macilento, di piccola corporatura.

“Mi sorreggerà?”

“Certamente, è addestrato a portare passeggeri ed è il più veloce” mi rispose con una specie di sorriso il mulattiere.

Titubante m’issai sulla magra groppa del mulo e afferrai le redini.

Il mulattiere fischiò un hip hop che convinse l’animale a partire a spron battuto. Correva come un matto ed io, che non ero mai salita su un quadrupede, faticavo a restare in sella.

Scelse una strada tutta sua e, deviando dalla carrareccia principale, andò a brucare indisturbato un ciuffo di sterpaglia fresca sotto un albero dalla folta e bassa chioma.

Senza ascoltare i richiami del mulattiere, si lanciò poi in una folle corsa verso un tumulo di terra ricoperto di erba bassa e, raggiunto il punto più alto, si bloccò letteralmente per poi lasciarsi andare, buttandosi di sotto. Fui travolta dalla caduta e mi ritrovai mezza sepolta dall’animale, con uno zoccolo a pochi centimetri dalla tempia.

In quel momento pensai che se si fosse mosso mi sarei presa una zoccolata in testa. Un urlo di terrore mi si bloccò in gola, ma proprio allora il mulo fu acchiappato da due feles che lo rimisero sulle quattro zampe e lo portarono via …”

 

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