” … Quando uscirono dall’intrico di rami e foglie furono accolti dal ritmico gocciolare a terra dell’acqua infiltrata tra le tegole di un tetto e, fatti pochi passi, giunsero all’interno di uno spiazzo ben protetto dalla vegetazione. Seminascosta sotto un gigantesco salice piangente, apparve una piccola casa bassa, con il tetto ricoperto da lastre di ardesia. Tutti rimasero stupefatti di trovare un albero di quelle dimensioni. Non era alto, bensì largo e dieci uomini a braccia aperte, circondandolo, non sarebbero riusciti ad abbracciarlo completamente. Si avvicinarono alla casa, ben protetta dalle fronde del salice e spinsero la porta che cigolando sui vecchi cardini si aprì. Con circospezione entrarono, abbassando il capo per non sbattere contro l’architrave, solo Maya, data la sua mole poderosa, rimase fuori, acquattata davanti all’ingresso … “