La città dei gatti

” … Seguimmo il gran ciambellano sino alla sala da pranzo, un degno esempio di regalità, occupato quasi totalmente da un unico grande tavolo piuttosto basso. Il popolo dei gatti, seduto sulle zampe posteriori, mangiava e chiacchierava beatamente. Succulenti pezzi di carne arrostita, ancora fumante, facevano mostra di sé in un enorme piatto da portata e il tutto era accompagnato da succulenti sughetti. In questo quadro di sereno convivio non mancava qua e là qualche disputa per la conquista dei pezzi migliori, e il vincitore era colui che resisteva all’assalto degli altri mici mantenendo eroicamente conficcate le unghie dentro al pezzo prescelto. Nonostante la regalità dell’ambiente qualcuno, troppo lontano dal cibo, saltava sul tavolo e, avendo le zampe impegnate, mangiava alla vecchia maniera dei gatti, cioè afferrando la carne con i denti, tuffandola negli intingoli e masticando a più non posso …”

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