” … Le canoe lasciarono la riva una dopo l’altra e seguendo la scia di Brenno costeggiarono la riva.
I rematori che avevano ben recepito le indicazioni cercarono di contrastare la forza dell’acqua, ma per quanto virassero, tenendo la prua verso terra, le imbarcazioni sembravano opporsi e si spostavano in continuazione verso il centro del fiume.
Lasciata la prima ansa alle spalle, il fiume aumentò la pendenza e da liscio specchio d’acqua si trasformò in una tumultuosa galoppata di onde, su cui le canoe scivolarono velocemente. Uno spumeggiare lontano allarmò alquanto Tarì che, essendo proprio dietro la canoa di Max, chiamò l’amico a squarciagola.
“Max, la cascata!” urlò “La cascata!”
Brenno, che l’aveva udita, senza preoccuparsi mantenne la stessa rotta. La velocità stava aumentando e il fiume rumoreggiava inquieto.
Le prue delle canoe ben presto iniziarono a sprofondare nell’acqua sino ai tre quarti del loro pescaggio, per poi impennarsi e fuoriuscire puntando verso il cielo, mentre le poppe entravano nell’acqua turbolenta alzando schiumosi spruzzi … “