“… Scesero ancora alcune rampe, giungendo infine su un pianerottolo abbastanza esteso, ben protetto su un lato da una rientranza nella roccia dove Iulia ordinò di nascondersi. Si sistemarono in una zona in penombra, accalcandosi gli uni agli altri.
Max finalmente in posizione eretta stava riprendendo il controllo del proprio corpo e fu quando si appoggiò a una colonna che si sentì sussurrare all’orecchio: “Trovati!”
Si girò e… si trovò davanti Tarì accompagnata da una donna sconosciuta. E cosa ancor più incredibile fu trovarsi a fissare due enormi palle da basket dal colore della foresta più cupa apparsi dietro all’amica. Max aprì la bocca per dare l’allarme, ma Tarì glielo impedì, sussurrandogli all’orecchio che quelli erano gli occhi di un grande cane, la guida che li stava scortando alla meta finale … “