“… Si ritrovarono in uno stradello di campagna che serpeggiava sul fondo di una piccola valle circondata da dolci colline. Camminarono rasenti alla montagna in un silenzio assoluto rotto di tanto in tanto, dal gracidare delle rane e dal gracchiare dei corvi. Max alzò lo sguardo per identificare gli uccelli e ne riuscì a scorgere le sagome mentre passavano davanti alla luna splendente; in quel momento però si accorse di trovarsi a ridosso delle mura di una città che gli alti arbusti delimitanti la via avevano impedito di notare per tempo.
Lo stradello s’immise in un viottolo che, delimitato sul lato sinistro da un frutteto abbandonato, costeggiava per un tratto le mura della città per poi perdersi nella campagna.
Iulia, trotterellando con passo leggero, mostrando di conoscere bene il percorso, cambiò strada, inoltrandosi tra gli alberi da frutta. Prugne e susine ondeggiavano mosse da una leggera brezza, molti frutti però erano caduti a terra e marcendo avevano reso il terreno melmoso.
Max, incantato dalla lucente luna, non prestò attenzione a dove metteva i piedi e il putridume di frutti marcescenti lo fece scivolare fin quasi a cadere al suolo. Due zampe robuste lo acchiapparono al volo e lo rimisero in posizione eretta, ma non gli fu risparmiato un colpetto sulla nuca, come monito per la sua disattenzione …”