” … Schiacciò a terra la rete di recinzione che ci separava dalla villa abbandonata, ci passò sopra e iniziò a tirarmi dall’altra parte, come fossi un peso morto, incurante delle estremità appuntite della rete che mi laceravano le carni. Poi mi caricò in spalla come fossi un sacco e si diresse con passo spedito verso il centro del grande parco.
Era terribilmente buio e regnava un totale silenzio. Come sempre mi accadeva nei momenti veramente pericolosi, la mia mente era lucida. Perché mi aveva catturato? E soprattutto perché mi aveva chiamato testimone? E di che stirpe stava parlando?”