“A tavola, è pronto!”
Al richiamo cinque fameliche bocche si precipitarono a prendere posto e il vino traboccò nei loro bicchieri; avevo creato in ogni piatto una perfetta montagnetta di spaghetti con la foglia di basilico sulla cima, ma le forchette si tuffarono con voracità, pasticciando i miei capolavori; il pane ancora caldo, rosolato al forno, finì la ripulitura dei piatti; quando il pomodoro svanì tutti fecero il bis e il tris, non lasciando che qualche vaga traccia di sugo nella pentola. Poi fu la volta di far sparire tra le fauci dell’affamato gruppo le pesche succose, le mele croccanti, le dolci pere in bella vista nel portafrutta. Quando non ci fu più nulla da addentare ritornarono in salotto a schiacciare un pisolino facendo in tempo a dirmi, prima di appisolarsi: “Potresti preparare un buon caffè… grazie”